Ucraina: il post inevitabile

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Considerazioni un anno dopo, di Andrea Carlo Cappi

Immagino che nel corso di questa giornata tutti i media dedicheranno uno spazio all'anniversario dell'invasione dell'Ucraina e che, ciononostante, i tifosi dello sterminio resteranno delle loro opinioni, per quanto umanamente inaccettabili.
Supponete di abitare in un condominio e di avere come vicini, tre o quattro porte più in là, una famiglia vecchio stampo composta da madre, padre, una bambina, un bambino e un ragazzo adolescente. Non li conoscete, ma avete intravisto il padre uscire un sabato con in testa la kippah (ma forse non sapete cos'è una kippah) e avete sentito dire che il ragazzo va allo stadio con un gruppo di ultras, di quelli che sullo striscione "Ultras" usano al posto della S una runa tristemente nota.
Una notte sentite fracasso sul pianerottolo: qualcuno ha fatto irruzione proprio in quell'appartamento. Ve ne rendete conto quando vi affacciate al pianerottolo e vedete un tipo con una swastika tatuata sullo zigomo che vi dice di tornare in casa, perché loro sono antinazisti in spedizione punitiva contro la famiglia nazista qualche porta più in là. Sentite una serie di spari e fate in tempo a vedere un altro tatuato che porta via con la forza la bambina e il bambino. Voi come reagite?
a) vi viene il sospetto che se uno ha una swastika tatuata sulla faccia forse il vero nazista è lui e cercate di aiutare la famiglia innocente aggredita, quantomeno chiamando la Polizia e un'ambulanza
b) aspettate che tutto sia finito e andate a vedere l'appartamento, trovando tutto sottosopra, un candelabro a sette braccia fracassato, il padre abbattuto con un proiettile alla nuca, la madre agonizzante sul pavimento con i vestiti laceri dopo lo stupro, la porta del bagno in cui il figlio maggiore si era trincerato crivellata di proiettili, dietro la quale qualcuno sta rantolando; dopodiché sputate sul cadavere del padre, insultate la madre dicendo che è una donnaccia (usate una parola più esplicita) e che se l'è cercata, poi correte a scrivere un post su un social network plaudendo all'azione. Non sapete che fra dieci anni i bambini sequestrati, divenuti adulti e opportunamente indottrinati, verranno a casa vostra con un paio di amici tatuati e i fucili mitragliatori, e faranno lo stesso a voi.

Molti italiani, beninteso non la maggioranza, ma quelli che strillano più forte sulle reti sociali, appartengono alla categoria b. In nome della loro visione della democrazia fanno bloccare su Facebook chi sostiene l'Ucraina e condividono le frasi di Dugin (ideologo di tutte le guerre e invasioni della Russia dell'ultimo decennio e oltre) secondo cui l'Ucraina dev'essere solo l'inizio e bisognerà assoggettare tutta l'Europa occidentale sotto il dominio di Mosca: in pratica, auspicano che quanto accade in Ucraina si ripeta anche altrove. D'altra parte, non perdono occasione di accusare gli ucraini di corruzione, attività illecite della Polizia e nazismo, scordando che corrotti, sbirri disonesti e nazisti ci sono anche da noi (e qualcuno anche nelle aree del potere), quindi se fosse davvero per quello che la Russia "punisce" l'Ucraina, a maggior ragione dovrebbe sterminare noi italiani fino a cancellarci dalla faccia della terra.
Gli stessi italiani diffondono dati falsi e non accettano che gli si spieghi che sono falsi. Ma, quando si trovano i cadaveri di una strage di civili, sostengono che sono finti e messi apposta nelle strade per creare una messinscena mediatica. Si lamentano se vengono spesi soldi per la difesa dell'Ucraina - di sicuro troppi, ma l'alternativa sarebbe mandare truppe sul campo e scatenare la Terza guerra mondiale - e non considerano in che condizioni il Cremlino sta riducendo il popolo russo per finanziare un'inutile guerra a oltranza. Tutto per soddisfare i sogni di un dittatore narcisista al potere ininterrottamente da oltre vent'anni, ma a molti italiani questo ricorda un individuo che considerano "un grande uomo di stato", dimenticando che, oltre a compiere repressione in patria e crimini di guerra altrove, portò il Paese in una guerra autodistruttiva.
Chi si dice "pacifista" proclama che l'Ucraina dovrebbe lasciarsi invadere e smettere di difendersi. Forse, dato che la storia recente non si insegna nelle scuole, non sa cos'è successo in Italia ottant'anni fa, quando i nazisti l'attraversarono seminando rovina, distruzione e sterminio. Ed è a costoro che si ispira il Gruppo Wagner (a metà tra un'agenzia di mercenari e un braccio armato non ufficiale del Cremlino). Tra parentesi il musicista tedesco Richard Wagner, sulle cui opinioni politico-sociali si potrebbe anche discutere, non era nazista, anche perché è morto nel 1883, mezzo secolo prima che Hitler prendesse il potere, ma fu strumentalizzato dal nazismo, il che spiega perché uno dei fondatori del Gruppo Wagner ne abbia adottato il nome.

Ho cominciato a seguire la situazione in Ucraina in ritardo: era già il dicembre 2019. Ma ne ho scritto nei miei libri appena il conflitto ha cominciato a estendersi fuori dal Donbass: per la precisione dopo che il presidente americano filorusso (diciamo pure un agente insediato alla Casa Bianca dal Cremlino, come ben sanno la CIA e l'NSA, anche se non possono ammetterlo pubblicamente) cercò di ricattare il presidente ucraino, cioè il leader di un paese alleato. La cosa si scoprì e il presidente americano fu sottoposto al procedimento di impeachment. Per cavarsela, guadagnandosi il plauso del popolo statunitense, effettuò una missione di guerra in Iraq, uccidendo un generale iraniano: sembrava di essere sull'orlo di una guerra USA-Iran, ma tutto ebbe fine quando la contraerea di Teheran (siamo sicuri che fu per errore?) abbatté un aereo civile ucraino diretto a Milano. La guerra USA-Iran finì lì, con soddisfazione di tutti.
Il presidente americano sfuggì all'impeachment, si ricandidò alle elezioni, ma non le vinse. Malgrado l'assalto al Campidoglio un anno dopo, per cui il presidente uscente sarebbe stato sottoposto a un secondo, vano procedimento di impeachment, alla Casa Bianca si insediò un presidente di segno opposto, già dichiaratamente amico di Kiev. Una ragione di più perché il leader russo, stizzito per avere perso il controllo sugli USA, se la prendesse con l'Ucraina. Ma dal 2020 era in corso l'imprevista pandemia, che dominava l'attenzione dei media, quindi il Cremlino dovette aspettare il 2022 per dare l'assalto all'Ucraina, dopo avere più volte affermato che non lo avrebbe fatto (ancora gli credete?)
Mi sono messo a scrivere articoli sull'Ucraina in questo blog ancora prima che cominciasse l'invasione, che nella mente del suo ideatore avrebbe dovuto essere una blitzkrieg, ossia la "guerra lampo" come diceva Hitler quando faceva la stessa cosa. Dopo un anno la "blitzkrieg" è ancora in corso. E molti fanno ancora il tifo per chi l'ha scatenata. Forse dovrebbero leggermente vergognarsi.

I post precedenti sull'argomento:

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