Ucraina: la "guerra santa" della Madre Russia

Le esecuzioni di Babyn Yar  in un dipinto di Felix Lembersky

Considerazioni di Andrea Carlo Cappi

A una settimana dall'invasione russa dell'Ucraina, siamo arrivati a una nuova fase sui social network: si moltiplicano le teorie in base alle quali la guerra sarebbe "buona e giusta". Soprattutte le teoria "documentate" che vorrebbero motivarla. Ora, si dà il caso che per il mio lavoro io sia piuttosto documentato e mi permetto di esprimere qualche dubbio, che non scalfirà certo le convinzioni dei guerrafondai. Ma, come in passato in qualità di individuo e di scrittore ho denunciato altre "operazioni militari", non posso tacere neppure questa volta. Se vi interessa, posso spiegarvi alcuni dettagli.

La teoria della liberazione
Come ho spiegato in un post precedente, i cittadini ucraini di origine non russa ricordano con dolore l'Holodomor, un genocidio quasi dimenticato dalla Storia: nel 1932-33 Stalin saccheggiò le riserve alimentari della fertile Ucraina per far fronte al disastro delle sue politiche agricole in tutto il territorio dell'URSS. Il risultato fu la morte per fame di una quantità di ucraini stimata tra 1,5 e 5 milioni. Al punto che, quando l'altro assassino di massa dell'epoca, Hitler, invase l'Ucraina, non riuscì a battere su quel territorio il record di morti totalizzato dieci anni prima da Stalin. Ma non è che non ci abbia provato: a Babyn Yar furono uccise dai nazisti tra le 100.000 e le 150.000 persone, tra prigionieri di guerra e civili ebrei, comunisti, nazionalisti ucraini e rom.
In ogni caso, l'Ucraina tornò sotto il dominio russo alla fine della Seconda guerra mondiale e ci rimase fino a quando nel 1991 Eltsin concesse l'indipendenza tanto a lei quanto alla Bielorussia: l'URSS ormai al tracollo economico non era più in grado di gestire un territorio così esteso come quello sotto il suo dominio. Gli ucraini non vedevano l'ora di dire addio alla sudditanza ai russi e - come sempre capita in queste circostanze - andarono all'estremo opposto: oltre ad abbattere i simboli del comunismo (come le statue di Lenin) imposero la sola lingua ucraina a un paese di fatto bilingue (russo e ucraino) e con una forte presenza dell'etnia russa, soprattutto nelle regioni del Donbass e della Crimea. Non ho mai approvato soluzioni di questo genere, anche altrove.
La Russia si pentì di avere lasciato al loro destino Bielorussia e Ucraina, ma trovò una soluzione: impiantare governi alleati nelle capitali Minsk e Kiev. Ma, mentre la prima è rimasta obbediente a Mosca, la seconda si ribellò nel 2014. La guerra civile tra fautori del dominio russo e indipendentisti ucraini, per quanto contenuta nel tempo e nello spazio, fece vittime: a Odessa nel maggio 2014 i filorussi ebbero la peggio e ne morirono quasi cinquanta. E molti di più sono morti nella guerra civile in atto nel Donbass separatista dal 2014, appoggiata dichiaratamente dai russi, con violazioni da entrambe le parti degli accordi di Minsk del 2014-15: una guerra è sempre una guerra e la gente muore.
Ma quando si racconta che le rivolte antirusse a Kiev e Odessa nel 2014 sarebbero state un crudele golpe sostenuto dai perfidi europei e americani, mentre l'invasione della Crimea è stata accolta con gioia dalla popolazione, si dimentica una cosa: la Crimea è a maggioranza russa, così come il Donbass è a maggioranza russa (e non vorrei essere un ucraino nella Crimea occupata o nel Donbass, perché dubito che mi tratterebbero con molta cortesia). Ma il resto dell'Ucraina è a maggioranza ucraina: nel 2014 ha voluto restare indipendente dalla Russia che la dominava per interposto presidente e nel 2022 sta combattendo come può un avversario molto più forte, per mantenere la propria indipendenza.

La teoria dell'antinazismo
Un'altra giustificazione della guerra: servirebbe a ripulire l'Ucraina dal nazismo. Gli ucraini sarebbero tutti nazisti, con l'eccezione dei filorussi che invece - loro e solo loro - sono brave persone. Lasciate allora che vi presenti il signor Anton Rayevsky, riconoscibile da un tatuaggio di Hitler sulla spalla sinistra: nel 2014 faceva parte di un gruppo un tempo zarista e poi neonazista, da sempre antisemita e antiucraino, chiamato Centurie Nere; fu arrestato nel 2014 a Odessa mentre organizzava un movimento sovversivo filorusso e gli fu sequestrato materiale di propaganda antisemita e antiucraina. In seguito pare abbia combattuto contro gli ucraini insieme ai russi nel Donbass, per poi pentirsi nel 2016 e cercare di cancellare il tatuaggio.
Ma, è vero, in Ucraina ci sono altri nazisti. Esistono davvero pericolosi gruppi neonazisti ucraini e se ne trovano persino nelle forze armate. Ma si può dire la stessa cosa dell'Italia, dove si notano individui e gruppi che si dichiarano nazifascisti (e vi ricordo che la Costituzione Italiana vieta la ricostituzione in qualsiasi forma del disciolto partito fascista) e senza dubbio vi sono simpatizzanti che fanno parte delle forze armate e delle forze dell'ordine. Non è che la cosa mi faccia piacere. Di sicuro non farebbe piacere a mio nonno, che si salvò per miracolo dai fascisti che lo massacrarono di calci e pugni. Ma francamente non vorrei che qualcuno dall'estero bombardasse le città italiane perché tra noi c'è gente del genere.
Del resto in tutta Europa ci sono partiti di estrema destra, non troppo distanti da quelle posizioni, che nel recente passato hanno manifestato simpatie per la politica russa. In Ungheria il primo ministro Viktor Orban, leader del partito Fidesz, di cui è nota la politica anti-immigrazione e anti-LGBT, ha rinsaldato a fine gennaio 2022 i rapporti di amicizia con il presidente russo e oggi vieta in territorio ungherese il passaggio di armi dall'Europa verso l'Ucraina invasa.
In Spagna il partito di estrema destra Vox, molto amato dai nostalgici della dittatura franchista (infatti cerca di rimuovere nei governi locali in cui è coinvolto le leggi nazionali sia sulla memoria storica, sia contro la violenza machista) è legato alle organizzazioni ultracattoliche di estrema destra spagnole Hazte Oir e CitizenGo, a loro volte collegate a un uomo d'affari russo vicino al Cremlino, alla chiesa ortodossa, a varie organizzazioni estremiste di destra europee e ai filorussi nel Donbass. CitizenGo, dichiaratamente contraria alla comunità LGBT, si è espressa a favore delle leggi russe contro l'omosessualità.
Quando un invasore con alleati molto simili ai nazisti bombarda il memoriale delle vittime del nazismo a Babyn Yar e vuole rimuovere o uccidere il presidente ucraino ebreo, ho qualche difficoltà a credere che i veri nazisti siano gli ucraini.

La teoria dell'antiglobalismo
Ma la giustificazione pro-bellica più originale di tutte viene dal filosofo russo Aleksandr Dugin, membro del partito del presidente russo e suo sostenitore, molto amico dell'estrema destra europea, già creatore e diffusore di fake news sul Donbass. Dugin è il teorico dell'Impero Eurasiatico, un continente-stato a guida russa opposto all'Occidente e agli USA. "Questa non è una guerra con l’Ucraina. È un confronto con il globalismo come fenomeno planetario integrale", sostiene in questi giorni. "È chiaro che tutti i leader europei fanno parte dell’élite liberale atlantista. E noi siamo in guerra esattamente con questo."
Quindi il comportamento del presidente russo avrebbe una solida base ideologica, con l'obiettivo di costruire un moderno Reich con capitale Mosca che salverebbe noi europei dall'influenza degli Stati Uniti. Per Dugin, con l'invasione dell'Ucraina "il primo passo è stato fatto". Prepariamoci all'arrivo dei carri armati russi, perché nella lista dei paesi da "salvare" ci siamo anche noi.

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