Le case dei loro sogni

Photo: Patrick Robert Doyle form Unsplash

Opinioni di Andrea Carlo Cappi

Mi rendo conto che sentite il bisogno di distrarvi e forse è stato pesante sentirvi spiegare in termini etimologici e numerici il vero significato di parole difficili come "genocidio", "denazificazione" e "disinformazione". Vi consoli sapere che, pur avendo vissuto in due paesi in cui è molto importante il gioco del calcio, ancora non mi è ben chiaro il concetto di "fuorigioco". L'unica differenza è che, finché non ci sarà una partita tra le nazionali italiana e russa, e un arbitro non annullerà un goal di quest'ultima per fuorigioco, difficilmente ciò mi farà cadere un missile nucleare sulla testa.
Quindi passiamo a un argomento più leggero: le proprietà immobiliari. Corre voce che il presidente ucraino abbia una villa in Italia. Non so se sia vero, non so se l'abbia comprata con legittimi guadagni su cui ha pagato le tasse (né quanto guadagnasse in Ucraina una star della tv) oppure se, come capitato a taluni politici italiani, gli sia stata intestata "a sua insaputa". Però, come notavo ieri, il presidente ucraino era un comico, e questo agli occhi degli italiani non va bene (a meno che il comico non sia un connazionale, beninteso).
Pare che in questa villa non lo si veda mai. E non perché sia impegnato a reggere i destini della nazione, ma perché c'è qualcosa sotto. Sembra infatti che la villa sia affittata a inquilini statunitensi. Ed ecco l'infallibile detective di Internet che fa lo scoop: ecco, la prova che è pagato dagli americani! Curioso sillogismo: a Milano c'è gente che affitta appartamenti a immigrati dal Senegal quindi, è pagata dai senegalesi! Chissà come mai, assumendo che la storia della villa sia vera, il comico ucraino non l'ha affittata a ricchi inquilini russi. Forse perché gliel'avrebbero distrutta (loro si divertono così).

Non sto a spiegarvi il significato della parola "oligarca", altrimenti vi annoio. Ma che un oligarca russo abbia una villa in Italia o in Svizzera e un megayacht nel Mediterraneo è un fatto accettato. Dopotutto li ha comprati, forse con i soldi che non ha pagato in tasse al suo paese, ma certe cose in Russia si possono fare, in Ucraina no.
Se non ricordo male, un oligarca russo dava fantasmagoriche feste nel suo fastoso palazzo in Umbria. Vi partecipava anche un futuro primo ministro britannico (attualmente in carica: si sa che ama molto i party e poco il Partygate). Ed è una bizzarra coincidenza che tale primo ministro, una volta in carica, abbia fatto per anni il gioco del presidente russo, come notava anche il defunto John Le Carré. Infine non passa inosservato come, solo quando la sua carriera sembrava ormai finita, il suddetto primo ministro si sia rilanciato come sostenitore dell'Ucraina, ben lieto che un problema più grosso facesse scordare le sue feste a Downing Street.
Ma tornando a tutti i possibili sottintesi di qualsiasi villa di qualsiasi ucraino, anticipo ogni obiezione. Ebbene sì, in Ucraina esiste la corruzione. Politici che prendono tangenti, sbirri che estorcono soldi, furbetti del quartierino e malcostume diffuso. Credo che in questi anni abbiate sentito qualcosa del genere anche in Italia.

E rincaro la dose: in Ucraina c'è un'altra cosa che dovrebbe suonare familiare al pubblico italiano. Esiste la mafia. Ce ne sono varie organizzazioni, di cui la più famigerata va sotto il nome di Malina e ha sede a Odessa. In effetti, esistono mafie in tutti i territori dell'ex Unione Sovietica.
Credo che dipenda dal fatto che sotto quel regime la corruzione fosse giunta a un livello tale da diventare l'unico stile di vita alternativo alla povertà. E anche dal fatto che non tutti i numerosi agenti del KGB potevano trovare lavoro nei nuovi servizi segreti o in politica, quindi a qualcuno è rimasto solo uno sbocco nel settore criminale. Beninteso a Mosca il presidente ha ufficialmente negato l'esistenza della mafia russa e tutto quello che dice lui va preso per vero, se non si vuole finire in galera per quindici anni. Tra ieri e oggi, credo che se vivessi in Russia ne avrei già totalizzati trenta.
Quindi, dal punto di vista immobiliare, forse è un errore sequestrare agli oligarchi le case dei loro sogni. Avremmo dovuto prenderle in ostaggio. Minacciare di fondere i loro cessi d'oro. Dal momento che, come già spiegavo ieri, il profilo dello stato italiano è molto simile a quello ucraino, per essere coerenti i russi dovranno lanciare missili anche su di noi. Tanto, se le loro ville sono state requisite, in ogni caso devono ricomprarsene di nuove in Svizzera, quindi possono bombardare quelle vecchie senza rimpianti.

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