Maggio 2024: strane notizie dal mondo


Continuo a esprimere le mie opinioni personali sulle notizie di questi giorni. Per esempio, rientrando da una visita in Azerbaijan, il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto il 19 maggio 2024 - insieme al ministro degli esteri Hossein Amir-Abdollahian - in un incidente a bordo di un elicottero. Se è vero che la Guida Suprema della Nazione è l'ottantacinquenne ayatollah Ali Khamenei, tuttora al suo posto, è vero anche che Raisi era considerato il suo potenziale successore. In casi analoghi - la morte del "delfino" di un anziano leader - si aprono vari possibili scenari: dall'esplicita lotta di potere a un "nuovo ordine" precostituito nell'ombra dalla polizia segreta.
Quando muore una figura del genere in un incidente aereo, un minimo di sospetto è obbligatorio. Dalla vicenda di Bascapé nel 1962 (il caso Mattei) a quella di Smolensk che decimò nel 2010 i vertici della Polonia, fino all'esplosione dell'Embraer di Prigozhin nel 2023, è sempre opportuno considerare per un attimo l'eventualità (complottistica, mi rendo conto) di un attentato. non foss'altro per escluderla a ragion veduta. Ultimamente, quando muore una personalità iraniana, mi chiedo se ci sia dietro qualcosa... a Teheran.
Mi sono posto la domanda qualche giorno fa a proposito dell'attacco all'ambasciata iraniana a Damasco, con i due generali uccisi da un missile israeliano; me l'ero posta anche quando nel gennaio 2020 l'allora inquilino della Casa Bianca fece uccidere a colpi di drone il generale iraniano Soleimani. Com'è che ogni tanto amici dei russi (come l'attuale leader israeliano o il precedente presidente americano) ammazzano generali di un paese (l'Iran) alleato dei russi e viene inscenata una "guerra" che finisce subito? A me viene il dubbio che l'eliminazione dei generali di turno fosse un favore fatto a qualcuno in Iran nel'ambito di qualche oscura lotta di potere, in corso da anni, di cui non si sta accorgendo nessuno perché ciò che accade a Teheran rimane a Teheran. Del resto, in un sedicente "mondo perfetto" come l'Iran teocratico, misogino e repressivo, non si può mettere in dubbio una versione ufficiale.

Nello stesso articolo che citavo qui sopra, a proposito della Guerra a Gaza, ne attribuivo le colpe, motivando la mia affermazione, tanto ai leader di Hamas quanto al premier israeliano. Devo avere interpretato un sentimento comune, perché il 20 maggio 2024 il presidente della Corte Penale Internazionale ha accusato di sterminio gli uni e l'altro davanti ai giudici dell'Aja.
Come spiegavo, in questo momento l'attuale presidente americano deve gettare acqua sul fuoco e sostenere che a Gaza non sia in atto un genocidio, per non perdere voti (non dimentichiamo che il suo rivale alle precedenti e prossime elezioni è molto più vicino di lui al presidente israeliano, oltre che al comune amico del Cremlino). Come spiegavo tempo fa, il XX secolo ci ha insegnato a considerare "genocidio" una quantità di vittime dal milione in su... o la completa cancellazione di un gruppo etnico con ogni traccia della sua cultura. Quindi, secondo la definizione letterale di "genocidio", forse qui si può solo usare la parola "sterminio". Il che non toglie che, personalmente, sosterrei la mozione del presidente della Corte Penale internazionale. 

Molto meno strane le notizie che riguardano il presidente della Repubblica Argentina. Non mi sento di giudicare le sue severe. "spietate" misure di taglio alle spese, in quanto applicate a una situazione disastrosa come quella dell'economia argentina, con la sua inflazione galoppante da decenni, segno che nessuna amministrazione è stata abbastanza competente da affrontare il problema in modo serio: in circostanze simili, vale il discorso "a mali estremi, estremi rimedi" e chiunque si decida a farvi ricorso diventa impopolare; ma in un certo senso, è quasi avvantaggiato, perché se semplicemente va nella direzione opposta a quella dei suoi predecessori, rischia di andare in quella giusta.
Quello che discuto è il modo in cui si presenta: sono sempre sospettoso su chi si atteggia a "salvatore della patria", specie se durante la sua campagna elettorale si presenta ai comizi brandendo platealmente una motosega come se fosse in un film di zombie. Che ci sia qualcosa che non funziona è testimoniato dalla sua polemica ora in corso con il governo di Madrid, dietro la quale si nasconde - guarda caso - l'amicizia ben nota del presidente argentino con il leader della fazione politica nota come Vox, della quale ho avuto modo di parlare di recente, a proposito delle accuse (che per ora non risultano fondate) contro la moglie del primo ministro spagnolo.
Il primo pretesto è stato una battuta del ministro spagnolo dei trasporti, che il 4 maggio 2024, in un contesto non ufficiale (un convegno sui social network, in cui ha parlato del modo in cui si sono presentati al pubblico i candidati alla presidenza in USA e Argentina) ha ipotizzato in modo chiaramente scherzoso - e come opinione puramente personale - che il presidente argentino durante una sua apparizione in campagna elettorale fosse stato sotto l'effetto di qualche sostanza. Battuta infelice, certo: un politico dovrebbe sempre stare attento a quello che dice su un capo di stato straniero, perché ogni sua frase sarà immediatamente strumentalizzata. Trump non si è offeso, Milei sì. Anche se il presidente argentino, in ogni sua apparizione, a me personalmente fa pensare a un malriuscito impersonator di John Belushi, il grande attore e cantante tristemente stroncato a suo tempo da un'overdose, quindi capisco l'associazione di idee del ministro Oscar Puente.
Fatto sta che il 17 maggio 2024 il presidente argentino ha compiuto (programmata da parecchio tempo) la sua prima "visita ufficiale" in Spagna, con scalo tecnico a Gran Canaria e atterraggio alla base aerea di Torrejon, dove gli è stata garantita dal governo spagnolo la sicurezza che spettava a un capo di Stato. Ma la visita del presidente argentino non era finalizzata a un incontro con il re Felipe VI di Borbone né con il presidente del Consiglio, né con qualsiasi esponente del governo o delle imprese spagnole che portano lavoro in Argentina. Di tutto questo, al presidente con la motosega non importava nulla.
La visita del presidente argentino era finalizzata unicamente alla partecipazione con il leader di Vox, a un evento pubblico dell'estrema destra spagnola. In pratica, con l'avvicinarsi della scadenza elettorale europea, è venuto a fare da testimonial ai suoi camerati spagnoli e, già che c'era, a ribadire accuse non provate nei confronti di premier spagnolo e di sua moglie. Chiamasi propaganda elettorale, accompagnata da un chiaro disprezzo del leader argentino nei confronti delle autorità del Paese che lo stava ospitando.
Alla richiesta di scuse, il presidente argentino ha detto in tono lamentoso di essere lui "l'aggredito". Dato che non ritirava gli insulti (molto più espliciti di quelli del ministro Puente, perché non erano presentati come scherzosa opinione personale, bensì facendo passare per vere affermazioni false) la Spagna ha richiamato la sua ambasciatrice a Buenos Aires.
Il contributo del leader del "partito di centro" all'opposizione in Spagna, da tempo alleato-succube dell'estrema destra, è stato ignorare - lui, così orgogliosamente "spagnolo" - le offese del presidente argentino e, anzi, sbeffeggiare una volta di più il governo di centro-sinistra. Del resto, essendo privo di un programma politico, il centro-destra spagnolo (sempre meno "centro") non trova di meglio che accusare un governo che risolve problemi in maniera sensata e sostenibile di essere la summa di tutti i mali del mondo. Un po' come quando la sinistra italiana aveva come unico slogan "E, ma Berlusconi è cattivo..." e abbiamo visto come si è ridotta.
La differenza è che la destra spagnola, così come all'epoca Berlusconi, può vantare l'amicizia con un "influencer" al Cremlino. 

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