Le spie su Il Giorno


Giusto ieri, nel post Le spie di oggi su questo blog, lamentavo la scarsa informazione su quanto la spy story made in Italy (in particolare dalla collana Segretissimo di Mondadori) contribuisca a conoscere i retroscena dell'attualità internazionale.
Oggi rimedia il bravissimo e sempre attento Dario Crippa nella pagina Cultura e società su Il Giorno (edizione Milano Metropoli) con un articolo-intervista proprio su questo argomento, in cui oltre alle mie "profezie" nei romanzi di Agente Nightshade e nel nuovo Sickrose - Sicaria (ora in edicola e ebook) viene ricordato il monito lanciato nel 2001 da Stephen Gunn, in un suo romanzo della serie Il Professionista, su imminenti attentati di al Qaeda prima che avvenissero.
Il pezzo di Dario Crippa esce nel momento più adatto: lo stesso giorno in cui si parla della vicenda spionistica di Roma a cui facevo riferimento ieri: la vendita di segreti militari da parte di un capitano di fregata della Marina Italiana a un "diplomatico" russo, che risulta essere in realtà agente del GRU di Mosca (a conferma dei miei sospetti espressi ieri). Un articolo di Alessandro Farruggia a pag. 3 entra nei dettagli della vicenda, mentre a pag. 5 il generale Mario Arpino parla della "Guerra Fredda che non muore mai".
Chi scrive spy story non lo ha mai dimenticato.


Aggiornamento del 2 aprile: riporto la porzione dell'articolo di Dario Crippa dedicata all'intervista.

Cosa racconta in questo libro?
Una compagnia privata russa, sfruttando la propaganda su Internet, è riuscita a portare alla Casa Bianca un “suo” candidato. Si prepara al bis per le nuove elezioni, usando anche un gruppo (molto simile al Qanon della realtà) manovrato da un’abile stratega dei social network. Con un presidente che di fatto è un agente straniero, l’FBI non sa come agire e accetta un aiuto “esterno”. È un romanzo, non ci sono nomi veri, ma non è solo fantapolitica.

Accade spesso coi libri di spionaggio di anticipare la realtà?
Si studia una situazione come farebbe un analista di intelligence e, anche se lo scopo è solo scrivere un thriller, è inevitabile fare anticipazioni. Nel 2001 un mio collega di Segretissimo, Stephen Gunn, riuscì a predire gli attentati di al Qaeda in un suo romanzo della serie Il Professionista.

I rapporti fra Usa e Russia sembrano essersi incrinati, il neo presidente Biden ha detto parole grosse contro il suo contraltare russo Putin. Come andrà a finire, a suo modo di vedere?
Spero che la situazione si stabilizzi. I servizi segreti USA hanno completato un rapporto sulle interferenze russe. Anche se Trump è uscito politicamente indenne dall’Ucrainagate e dal 6 gennaio, credo che Biden volesse dare un segnale forte a Putin: “Adesso basta”. Gli ultimi quattro anni gli hanno lasciato in eredità, oltre al Covid, le organizzazioni estremiste appoggiate dal suo predecessore, che l’FBI classifica come terrorismo interno.

Nel suo libro si ipotizza un complotto: esistono davvero o sono soltanto frutto della fantasia popolare?
Esistono, ma di quelli veri si parla poco. Il complottismo che prolifera su Internet, spesso basato su fake news, è una perfetta cortina fumogena che permette ai servizi segreti più al passo coi tempi di fare bene il loro mestiere: disinformazione, infiltrazione, destabilizzazione.

Lei è stato protagonista, proprio per la sua attività, di una spiacevole disavventura con Facebook. Provi a spiegare cosa è successo.
Ho aperto un nuovo blog sui retroscena dei miei libri, condividendo i post su Facebook, il mio principale strumento di comunicazione. Di lì a poco, presumo per una denuncia anonima, Facebook li ha rimossi senza verificarne i contenuti e da allora mi proibisce di condividerne altri dall’indirizzo kversecappi.blogspot.com. Qualcuno non vuole che si legga ciò che scrivo, ma il blog non si ferma.


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