Ferrocarril de Soller, foto: A. C. Cappi |
Le Avenidas di Palma di Maiorca sono una successione di viali che congiungono il mare con Plaça Espanya (o Plaza España), uno dei due centri della città. Oggi vi si trovano negozi di abbigliamento, i grandi magazzini El Corte Inglés e, nella piazza, le due stazioni ferroviarie: la principale, interamente ristrutturata, divenuta la Estación Intermodal, snodo di treni e autobus dell'isola; e quella più piccola, conservata invece nell'originale stile modernista (nella foto sopra l'ingresso) che, mediante un suggestivo treno d'epoca, è collegata alla cittadina di Soller.
Di fianco a questa stazione si trova uno dei cinema storici di Palma, il Sala Augusta, da una ventina d'anni trasformato in multisala. Ma (foto sotto) una targa apposta nel 2010 accanto all'entrata rivela che questo fu un luogo terribile, in un recente passato. Lo spaventoso ricordo è stato a lungo rimosso, mentre ora si trovano in proposito articoli sul Diario de Mallorca (2011) e su El Diario.es (2022) e una voce di Wikipedia in catalano. E ora ne parlo anch'io, in un episodio del mio serial Dark Duet ambientato qualche anno dopo i fatti.
Nel primo Novecento, accanto alla stazione del Ferrocarril de Soller, sorgeva il magazzino per la conservazione di ferro e legname di Juan Mir, edificio comunemente chiamato "Can Mir" (secondo il toponimo ca'n, che in maiorchino significa "casa di"). Ma nel luglio 1936 ebbe luogo l'alzamiento: la ribellione militare guidata dal futuro dittatore Francisco Franco contro la Repubblica spagnola.
Maiorca capitolò molto presto e, per essere sicuri di mantenerla come posizione strategica, i ribelli chiesero aiuto a Mussolini. Il Duce inviò sull'isola i suoi legionari, un contingente navale e la forza aerea che dall'aeroporto di San Bonet avrebbe bombardato i territori repubblicani di Barcellona e Valencia. Di fatto Maiorca sarebbe rimasta sotto l'occupazione italiana dalla fine di agosto del 1936 sino al termine della Guerra di Spagna, nell'aprile 1939.
I franchisti avevano preorganizzato la repressione e già in luglio arrestarono chiunque fosse orientato a sinistra o, quantomeno, non fosse disposto ad accettare il nuovo regime. Poiché il carcere provinciale (situato nel vicino ex convento dei Cappuccini) non sarebbe bastato a contenere tutti i prigionieri, fu requisito allo scopo il magazzino di Can Mir (foto sotto).
Dal 1936 al 1941 Can Mir fu utilizzato come carcere per detenuti politici, pur non essendo una struttura organizzata in tal senso. Ciò significava che un migliaio di prigionieri viveva in condizioni allucinanti e disumane, stipati in un migliaio nello stanzone un tempo adibito a magazzino (foto sotto), insieme a una colonia di pipistrelli. Erano privi di servizi igienici, esposti al gelo d'inverno e a un caldo atroce d'estate, alimentati a stento con cibo di scarto.
I parenti potevano portare loro qualcosa, ma perché fosse consegnato ai detenuti dovevano corrompere le guardie. In qualche caso a mogli, sorelle o figlie erano richieste prestazioni sessuali. La corruzione era tale che si poteva pagare per una scarcerazione, versando cinquecento pesetas, il doppio o il triplo di un salario dell'epoca. Ogni giorno infatti i secondini entravano nel magazzino per comunicare che alcuni prigionieri potevano andarsene.
La verità è che gli individui "liberati" venivano caricati su un camion e poi abbattuti sul ciglio di una strada o direttamente in un cimitero, per essere sepolti in anonime fosse comuni. Ancora oggi, d'altra parte, in tutta la Spagna i discendenti delle vittime cercano di scoprire dove siano finiti i resti dei loro famigliari.
Si disse che i più fortunati erano quelli uccisi per primi. Molti prigionieri morivano di malattie o malnutrizione. Altri impazzivano. I superstiti furono trasferiti poi in un campo di prigionia a Formentera. Dei duemila dannati che furono reclusi a Can Mir nell'arco di cinque anni, pochi poterono raccontare a cosa erano sopravvissuti.
La prigione fu chiusa nel 1941 ma Can Mir rimase in piedi fino al 1948, quando venne demolito per cancellare il ricordo degli orrori che vi erano stati consumati. Al suo posto fu costruito il cinema-teatro Sala Augusta, ora Multicines Augusta (nella foto sotto). L'edificio si affaccia sull’Avenida Joan March, intitolata al contrabbandiere divenuto banchiere e imprenditore che finanziò la rivolta e la dittatura di Franco. La Banca March, tuttora una delle più importanti in Spagna, ha in questo viale la sua sede direttiva.
Franco rimase al potere fino alla morte, nel 1975, e solo allora la Spagna poté finalmente avviare la Transizione verso l'attuale democrazia. Oggi do anch'io il mio piccolo contributo per mantenere in vita la memoria storica e difendere la libertà da chi invece ha nostalgia dei tempi di Can Mir.
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