20 anni di Nightshade



Vent'anni fa, marzo 2002: con la frase di lancio "una nuova eroina in puro stile Segretissimo" uscì in edicola il primo romanzo con protagonista Mercedes (Mercy) "Nightshade" Contreras. Non era la mia prima spy story, visto che nel 1997 avevo dato alle stampe la versione breve del mio Medina-Ladykill, ma era la prima edita nella storica collana di Mondadori. Per chi ancora non lo conoscesse, il marchio Segretissimo è nato nel 1960 come fratello spionistico de Il Giallo Mondadori (fondato nel 1929 e dedicato al giallo e al noir) e di Urania (inaugurato nel 1952 e tuttora principale collana di fantascienza in Italia).
Il libro in questione era Nightshade-Missione Cuba, oggi disponibile nella riedizione estesa da Oakmond Publishing. Era un esordio che attendevo da tempo: avevo scritto qualcosa pensando a Segretissimo già nel 1987, lavorando su un mio soggetto che risaliva addirittura al 1978. Lavoravo per Il Giallo Mondadori dal 1993; dal 1995 ero traduttore per Segretissimo dei romanzi di James Bond dei continuatori ufficiali John Gardner e Raymond Benson, ma ancora non vi avevo pubblicato nulla di mio.
Negli anni Duemila, sotto la gestione di Sandrone Dazieri dei periodici di narrativa da edicola mondadoriani, stava nascendo la cosiddetta Legione Straniera (nota anche come Italian Foreign Legion), ovvero un gruppo di autori italiani di romanzi di spionaggio, perlopiù sotto pseudonimo estero; la stessa strada è stata seguita dai successori alla guida delle collane, Sergio/Alan D. Altieri e Franco Forte, e oggi i numerosi componenti della Legione prevalgono con successo nelle uscite di Segretissimo, costituendo una vera e propria "scuola italiana" della narrativa di spionaggio.

Già in passato sospetto che qualche scrittore nostrano si fosse infiltrato sotto mentite spoglie tra i numerosissimi autori stranieri di Segretissimo, ma la collana, partita due anni prima del successo al cinema di 007 con i romanzi del francese Jean Bruce, era dominata da serie provenienti dagli USA, dall'Inghilterra e, appunto dalla Francia, anche se occasionalmente proponeva romanzi "singoli" di maestri come Evelyn Anthony o Desmond Bagley, e persino spy story provenienti da altri paesi, dall'Olanda all'Est europeo. Finché a un certo punto, con l'emergere del made in Italy in altri campi negli anni Ottanta, erano apparsi Andrea Santini e Remo Guerrini, finalmente senza alcuno pseudonimo. "Made in Italy è di moda", dichiarava una coccarda tricolore in copertina.
La famiglia si ampliò un po' alla volta con altri autori: sperando di non scordare nessuno dei pionieri, Luis Piazzano, Mario Morelli (già traduttore del francese Gerard De Villiers), Diego Zandel, Carmen Iarrera e Secondo Signoroni, l'unico di quel periodo tuttora attivo nella collana, con immutato successo. Ma, anche se nel Giallo Mondadori scrittrici e scrittori nostrani erano ormai una presenza apprezzata e crescente, il pubblico era ancora diffidente sul nome italiano in copertina di Segretissimo.
Perciò, quando Stefano Di Marino - dopo un gran bel romanzo firmato senza nom de plume - inaugurò la serie "Il Professionista" nel 1995, dovette riprendere il suo pseudonimo Stephen Gunn. Grazie al suo lavoro metodico e tenace, divenne per i ventisei anni successivi l'autore italiano di punta di Segretissimo, con vendite paragonabili a quelle del "leader di mercato" Gerard De Villiers. La sua serie si è interrotta - salvo che se ne riescano ancora a recuperare inediti - solo con la tragica morte di Stefano nel 2021, che ha marchiato a fuoco amici e pubblico.

Ed è un ulteriore motivo di tristezza che lui non sia qui a festeggiare il ventesimo compleanno editoriale di Nightshade, che, come ho raccontato più volte anche in tempi non sospetti, è nata proprio per merito suo.
Nella primavera del 2001 stavo allestendo l'archivio del pittore Carlo Jacono, illustratore per decenni delle collane periodiche di Mondadori e mille altre pubblicazioni, scomparso l'anno prima. Una mattina, prima di mettermi all'opera, incontrai per un caffè Di Marino. Lui mi fece notare che in Segretissimo non esisteva più una serie con una donna come protagonista: ce n'erano in romanzi autoconclusivi, ma l'ultima eroina seriale era stata forse, negli anni Settanta, la "Pantera Nera" di Jean-Patrick Manchette, scritta sotto le mentite spoglie della star della tv francese Sylvette Cabrisseau.
Quando rientrai a casa quella sera dopo una giornata di lavoro nello studio di Jacono, tra le sue vecchie tavole per Segretissimo, elaborai il format per una serie imperniata su una ragazza spagnola cresciuta in una scuola di guerriglia in Honduras. Sfuggita ai piani del padre, individuo subdolo al servizio della CIA e di se stesso, Mercy è tornata a Siviglia raccogliendo invece l'eredità della madre, ballerina di flamenco morta anni prima. Nel 2001 la CIA decide di riaprire la sua sezione omicidi (che battezzai "Sezione D") e la recluta per compiere black-ops, che la contractor Mercy, nome in codice "Nightshade", svolgerà però a modo suo. Ben presto scoprirà che il suo principale avversario è proprio suo padre. Non immaginavo peraltro che di lì a sei mesi la CIA avrebbe riaperto sul serio la sua sezione omicidi.
Gli elementi iberici, a partire dal flamenco, derivano dal fatto che dal 1973 ho passato lunghi periodi della mia vita in Spagna. Ma nella primavera del 2001, grazie ad Andrea G. Pinketts, scoprii anche l'esistenza del kali escrima, arte marziale filippina in cui molti termini tecnici sono in spagnolo. Ne parlai con Di Marino, che con la sua esperienza nel campo la conosceva benissimo e mi mise subito in contatto con il guro Roberto Bonomelli dell'AKEA (da anni titolare della Bono Academy, molto impegnata anche nell'autodifesa femminile). Questi aveva studiato il kali con Dan Inosanto, lo stesso maestro che l'aveva insegnato a Bruce Lee, e me ne spiegò le origini e l'impiego che avrebbe potuto farne il mio personaggio. Così il kali divenne, insieme al flamenco, uno dei tratti fondamentali della preparazione di Mercy.

Come ho detto, l'inizio di Nightshade fu anche il mio ingresso come autore in Segretissimo. Già a fine anni Ottanta avevo proposto alla redazione un mio romanzo, che - avrei saputo in seguito - era stato letto e apprezzato da Mario Morelli e Stefano Di Marino. Conteneva già molti elementi e personaggi del Kverse, ma a ragione fu giudicato non ancora maturo per la collana; a posteriori mi rallegro che non sia stato pubblicato: potevo fare di meglio, con quel materiale.
Nel 1991 mi feci un po' di esperienza lavorando per un programma di Radio RAI, poi purtroppo cancellato, che tuttavia mi condusse fino al Giallo Mondadori. Qui nel 1992 il caporedattore Lia Volpatti mi indirizzò all'editor Stefano Magagnoli degli Oscar Mondadori. Con lui avrei elaborato un progetto tratto da alcuni miei soggetti per la radio, che tuttavia si arenò quando lui passò ad altra redazione: oggi quel lavoro è la base della mia serie Dark Duet nella collana Spy Game in ebook da Delos.
Nel 1993 cominciai a collaborare con Il Giallo Mondadori e nel 1994 partì la mia prima serie collegata al Kverse, Medina, con i racconti e romanzi brevi sugli speciali stagionali della collana poi riuniti in Medina-Milano da morire. Lo speciale dell'inverno 1995-96, prima raccolta nella storia de Il Giallo Mondadori di racconti di soli autori italiani; fu curato interamente da me, dopo averne proposto l'idea a Stefano Magagnoli, che nel frattempo era approdato alla redazione periodici. L'antologia tutta italiana ebbe un grande successo: un caso rarissimo in cui Mondadori dovette rifornire una seconda volta tutte le edicole perché le copie si erano esaurite a tempo di record. Tutto ciò diede molto fastidio a qualcuno, pertanto non solo non potei più curarne altre per Il Giallo, ma lo stesso Medina ne fu escluso per molti anni.
Fu dunque ignorata la mia idea per un Segretissimo con Medina protagonista (il cui episodio iniziale, un racconto a sé, vede ora la luce per la prima volta da Oakmond Publishing nella raccolta Medina-A Milano non c'è il mare). Non venne accolta neppure la proposta alla redazione di una serie spionistica "all'americana" sotto pseudonimo; anni dopo però avrei riutilizzato il soggetto e parte del materiale già scritto in Nightshade-Destinazione Halong.

Nel frattempo infatti la direzione delle collane periodiche di Mondadori era cambiata più volte e nel 2001 il mio format di Nightshade fu accolto con entusiasmo. Unico dettaglio: avrei dovuto scegliermi uno pseudonimo, possibilmente francese, per ricollegarmi alla tradizione della spy story d'Oltralpe molto apprezzata dai lettori; anche se nell'aprile 2002 sarei uscito in libreria con il mio primo romanzo di Martin Mystère, seguito in autunno dal primo di Diabolik, entrambi firmati con il mio nome, così come diversi altri libri pubblicati quello stesso anno.
Decisi di barare: scelsi il nome di uno dei personaggi del libro, François "Paco" Torrent, con un cognome maiorchino che poteva passare per francese. "Andrea Carlo Cappi" figurava come traduttore (un vecchio espediente per rendere riconoscibile il vero autore), sotto un falso titolo originale (all'epoca si usava così!) inventato da me in francese, che riecheggiava le assonanze sulle copertine di Jean Bruce o Gerard De Villiers: La variable de Varadero.
Detto fra noi, questo tipo di operazione di marketing è a doppio taglio: serve a vendere in edicola un romanzo a un pubblico che non lo comprerebbe con un nome italiano, ma ne impedisce l'osmosi con chi segue lo stesso autore sotto il suo vero nome, tanto in edicola quanto in libreria. Ma nel 2009 le vere identità degli autori furono rivelate ufficialmente da Segretissimo nello speciale "Noi siamo Legione". Oggi i vecchi titoli di Nightshade escono con il mio nome nella collezione di Oakmond Publishing che riunisce le sue storie e quelle di Medina.

Dopo vent'anni, la mia attività su Segretissimo tra le serie Nightshade, Medina, Agente Nightshade e Sickrose corrisponde a venti titoli, con una quantità di copie vendute tali da classificarli come bestseller, quantomeno per il mercato italiano. Come ho scritto in un altro post, lettrici e lettori hanno riconosciuto una prima fase, durata circa un decennio di pubblicazioni, e quella successiva, durata un altro decennio. Le storie della prima fase di Nightshade - dall'arruolamento nella Sezione D fino alla fine dello scontro con l'organizzazione di suo padre e i suoi alleati - occuparono quattro anni dell'esistenza di Mercy "Nightshade" Contreras, dal 2001 al 2005; ma, appunto, dieci per il pubblico, dal 2002 al 2012.
Gli otto anni di intervallo nella vita di Mercy, tra la fine di "Nightshade-Protocollo Hunt" che si svolgeva nel 2005 e l'uscita del successivo "Nightshade-Programma Firebird" ambientato e pubblicato nel 2013, dal punto di vista editoriale si protrassero solo per quindici mesi. Considero questo romanzo e i due con Medina usciti nel 2013 e nel 2014 ("Malastrana " e "Persecutor", entrambi ambientati prima di "Programma Firebird") come un ponte tra la prima e la seconda fase, ovvero i libri che Segretissimo Mondadori sta pubblicando dal 2015 come "Agente Nightshade" e gli spin-off (inseriti nella stessa continuity) di "Sickrose".
In "Programma Firebird", Mercy "Nightshade" Contreras e Rosa "Sickrose" Kerr, con l'aiuto di Carlo Medina, affrontano insieme i postumi della prima fase e, cominciano ad affrontare la situazione critica in Medio Oriente: come ripeto spesso, questo è probabilmente il primo romanzo al mondo in cui si sia parlato dell'ISIS, all'epoca ancora non ascesa alla ribalta del terrorismo globale.
La seconda fase comprende due storyline. Il primo arco narrativo - da "Agente Nightshade-Bersaglio ISIS" ad "Agente Nightshade-Territorio Narcos" - segue la creazione della nuova Sezione D, impegnata nella lotta al terrorismo jihadista in tutte le sue forme. Nel secondo arco narrativo, che ha inizio in "Territorio Narcos", torna in scena il padre di Mercy e si svolge il duello della Sezione D con la Crossroads International, concluso in "Sickrose-Sicaria" (marzo 2021) e "Agente Nightshade-Nucleo Leningrad" (giugno 2021).
Ma è veramente conclusa la seconda fase? In "Sickrose-Matadora", in edicola e ebook nel marzo 2022, Rosa Kerr fa i conti con un frammento di trama rimasto in sospeso da "Agente Nightshade-Nucleo Leningrad".
Per festeggiare i vent'anni effettivi di Mercy, bisognerà dunque aspettare "Agente Nightshade-Trappola ucraina", in uscita prima dell'estate, dove la mia protagonista riprova a tornare a una vita normale, ma stavolta per poco. Come lei stessa aveva previsto lo scorso anno, il Nucleo Leningrad non è che il livello superiore da cui dipendeva la Crossroads International e ora è più agguerrito che mai. Dal momento che i miei romanzi seguono pressoché in presa diretta gli eventi internazionali, ho idea che questa storyline non si potrà concludere molto presto.

Immagine: Selene Feltrin, interprete ufficiale di Nightshade, in una foto di A. C. Cappi

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