L'ultimo nastro del Kverse

Nightshade, illustrazione di Alberto Lingua, 2012

Com'è noto, il social network Facebook (o Meta che dir si voglia) ha una funzione interessante: ogni giorno ripropone all'utente i suoi post nella stessa data in anni precedenti. Se ne vedi uno interessante e lo riproponi con un commento, l'anno dopo ritrovi il post originale e quello commentato. In pratica, si realizza in versione social network qualcosa di simile a "L'ultimo nastro di Krapp", atto unico di Samuel Beckett portato per la prima volta in scena da Patrick Magee. Malgrado una vaga assonanza nei cognomi, non ho intenzione di trasformarmi nel signor Krapp, ma quasi tutti i giorni do una rapida occhiata ai "Ricordi" di Facebook.
In questo periodo, molti di essi rievocano amici - oltre che compagni di lavoro - scomparsi troppo presto e di recente: un giorno mi rivedo accanto a Paolo Brera, un altro a fianco di Alan D. Altieri, spessissimo con Andrea G. Pinketts e Stefano Di Marino; qualche giorno fa è spuntata una foto che avevo scattato a Giuseppe Lippi (curatore di Urania e scrittore a sua volta) insieme al regista-scrittore Umberto Lenzi. Vedo anche le promozioni autogestite per i libri che ho scritto o cui ho partecipato, che tra prime edizioni e ripubblicazioni sono un bel po'. Ma ogni tanto trovo annotazioni su quanto stavo facendo in passato, che risvegliano ulteriori associazioni di idee.

Per esempio dieci anni fa, in questi giorni, stavo finendo di scrivere il romanzo “Nightshade-Protocollo Hunt”, in uscita nell'agosto 2012: l'episodio che doveva porre fine alla saga di Mercy "Nightshade" Contreras. Non ero nemmeno sicuro che la protagonista sarebbe sopravvissuta a quell'avventura, in cui tornava nel luogo in cui tutto era cominciato per fare i conti con il suo avversario principale, il suo stesso padre. Era passato un decennio dall'uscita del primo romanzo della serie, “Nightshade-Missione Cuba”, che nel marzo 2002 aveva riportato una donna come protagonista seriale sulle pagine di Segretissimo Mondadori, cosa che non avveniva, se non erro, dagli anni Settanta.
Lettrici e lettori vedono "Protocollo Hunt" come la fine della "prima stagione" di Nightshade, anche se io preferisco chiamarla "prima fase", considerando ogni romanzo come una storia (o una "stagione") a sé. Alla fine Nightshade rischiò grosso ma ne uscì viva, stabilì una tregua con la sua avversaria Rosa "Sickrose" Kerr e si preparò a tornare a una vita normale. Dopo otto anni (per loro) e meno di un anno e mezzo (per il pubblico) Mercy e Rosa avrebbero scoperto che non era possibile, dando il via alla "seconda fase" delle loro avventure, nelle serie "Agente Nightshade" e "Sickrose" attualmente pubblicate da Segretissimo Mondadori.

Nel 2021 in marzo ho compiuto trent'anni da scrittore professionista. Nel 2022 in marzo Nightshade compie vent'anni di pubblicazioni, anche se in questo mese escono in edicola e ebook da Segretissimo Mondadori il secondo romanzo con protagonista Rosa Kerr, "Sickrose-Matadora", e in cartaceo e ebook da Oakmond Publishing su Amazon "Medina-A Milano non c'è il mare", raccolta delle storie di Medina pubblicate singolarmente (più una inedita), ambientate tra il 1998 e il 2011. Per festeggiare opportunamente il ventennale di Nightshade bisognerà aspettare giugno con il nuovo romanzo "Agente Nightshade-Trappola ucraina", in edicola e book da Segretissimo, e luglio con la riedizione (extended version) in cartaceo e ebook da Oakmond di "Nightshade-Operazione Nightfall", pubblicato in origine nel 2011.
Nell'ultimo decennio il corpus del ciclo del Kverse è pressoché raddoppiato, con l'arrivo di nuove serie e di storie ambientate anche in periodi precedenti. Direi che, tutto sommato, ho fatto bene a salvare la vita di Mercy Contreras negli ultimi giorni di febbraio del 2012.

Commenti