Lettera dal Kverse

 

Come dico spesso, non mi riconosco nel concetto di "paura della pagina bianca". Specie quando scrivo le storie del Kverse, in cui il punto di partenza è quasi sempre la realtà. Rielaborata, agitata e mescolata, ma realtà.
All'inizio di novembre del 2020, mentre finivo di scrivere il romanzo Sicaria - il primo con protagonista Rosa "Sickrose" Kerr, a lungo antagonista o comprimaria in altri libri - prevedevo eventi pararivoluzionari negli USA del dopo-elezioni. La storia si concludeva nel dicembre di quell'anno: la vicenda narrata nel romanzo finiva addirittura qualche settimana dopo la data in cui ne consegnai il testo alla redazione di Segretissimo Mondadori. L'evento pararivoluzionario negli USA ebbe luogo il 6 gennaio 2021. Quando il romanzo uscì, ai primi di marzo del 2021, erano già passati quasi due mesi dall'assalto al Campidoglio del 6 gennaio e l'effetto "profezia" era forse meno evidente.
L'episodio successivo nella continuity è un romanzo del ciclo Agente Nightshade, dal titolo Nucleo Leningrad, che comincia poco dopo la conclusione di Sicaria e include i fatti del Campidoglio, che nel frattempo erano già avvenuti. Come il precedente, dopo i suoi due mesi in cartaceo in edicola ora è disponibile solo nell'edizione ebook. Stavolta la vicenda si conclude all'inizio di febbraio del 2021: chiude una trama orizzontale importante, inaugurata nel romanzo Territorio Narcos, ma lascia aperta una vicenda che comincia proprio il 6 gennaio 2021 al Campidoglio e che trova soluzione in Matadora, il nuovo romanzo con protagonista Sickrose in uscita nel marzo 2022.
In quest'epoca la memoria si cancella in fretta, i notiziari sono dominati dalla pandemia e nel frattempo basta il click di un fanatico con una connessione Internet a censurare qualcosa di sgradito, che sia - come questo - il modesto blog di uno scrittore o, chissà, una voce più autorevole. Quindi rischia di passare in secondo piano la gravità di un evento qualificabile come un tentativo di colpo di stato, il cui ispiratore non solo è risultato intoccabile, ma potrebbe allegramente ricandidarsi alla presidenza, come avrebbe fatto un leader latinoamericano in un romanzo di Segretissimo degli anni Settanta.
Da una parte, devo ammetterlo, gli sono debitore: in alcuni dei miei ultimi romanzi mi sono potuto basare su fatti veri anziché inventarmeli di sana pianta. Anche se l'idea di un imprenditore che si mette al servizio di un paese straniero per conquistare la Casa Bianca è mia: l'avevo già esposta in uno dei primi libri della serie Nightshade, negli anni Duemila e forse meriterei i diritti d'autore quando qualcuno la sfrutta nella realtà. Ma, dall'altra parte, spero che certe vicende non cadano nell'oblio. Perché, altrimenti, sono destinate a ripetersi.

Immagine: A. C. Cappi in una foto di Alberto Aliverti.

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