A un anno di distanza dal suo primo assolo in "Sickrose-Sicaria", torna in azione Rosa Kerr, la killer boliviana dai capelli rossi (ereditati dai suoi avi emigrati dall'Irlanda). Infatti da qualche giorno mi domando chi sia la signorina con il caschetto nero sulla copertina del numero 1664 di Segretissimo: non ricordo nel libro alcun personaggio che le somigli. Dev'essere la ragazza del boss di Tijuana, rimasta dietro le quinte, anche perché io starei attento a lasciarle una pistola in mano finché non impara che il dito indice si tiene sul ponticello, non sul grilletto.
Laddove Rosa sa maneggiare tanto un'arma da fuoco quanto il karambit indonesiano, così come all'occorrenza un tagliacarte. Lo dimostra nel corso del romanzo "Sickrose-Matadora", appena uscito in ebook da Segretissimo Mondadori e in arrivo in cartaceo nelle edicole, dove resterà sino a fine aprile 2022.
Si parte rivedendo una breve scena dal finale del precedente "Agente Nightshade-Nucleo Leningrad" (per chi se lo fosse perso o l'avesse dimenticato). Eve Conant era la handler di vari agenti dell'SVR a Washington DC: uno è il marito Bernard, infiltrato nell'FBI, l'altro è "l'illegale" John Englehart, con cui la donna ha ripreso una relazione cominciata molti anni prima. Eve giocava su due tavoli pericolosi: da una parte sequestrando l'amante del senatore Shelby allo scopo di ricattarlo; dall'altra custodendo un hard disk rubato per conto dell'SVR russa. Ma Sickrose la uccide in uno scontro a fuoco quando libera l'ostaggio, mentre Bernard Conant si impadronisce del supporto elettronico e si dà alla macchia con l'intenzione di rivenderlo, braccato da russi e americani.
A questo punto il senatore Shelby incarica Rosa di collaborare con la polizia di Washington e l'FBI per recuperare prima di chiunque altro l'hard disk, di cui si scoprirà in seguito lo scottante contenuto. Comincia una vicenda in cui si incontrano un sedicente detective privato di Miami, un faccendiere russo trapiantato alle Bahamas, un professore dell'università di San Diego e il cartello dei narcos di Tijuana. Chi ha seguito la serie ritroverà anche vecchie conoscenze, come l'agente della DEA J. P. Case, Los Chavales e l'immancabile Eduardo Contreras.
La destinazione finale è Matadora, un luogo che ha a che fare con la storia meno nota del cinema americano e con una gang dell'epoca del Proibizionismo, che si vede in azione nel più "antico" flashback mai apparso in un romanzo del Kverse: indietro di un secolo, negli anni Venti.
Apprendo con gioia da Instagram che una lit-blogger, che si firma "C'era una volta una lettrice", ha divorato l'ebook appena è uscito e lo ha commentato il 3 marzo in questi termini: "Che storia adrenalinica! Scritta benissimo, avvince il lettore pagina dopo pagina in un crescendo di azione e intrighi. Bello". Grazie, chiunque tu sia! Sono lieto che il romanzo ti sia piaciuto.
Per me ogni libro è un'esperienza diversa e deve esserlo, perché non voglio correre il rischio di diventare (troppo) ripetitivo, quindi devo trovare ogni volta qualcosa di diverso. Forse anche per questo, pur avendo scritto in pratica uno dopo l'altro i miei due romanzi per Segretissimo del 2022, mi ha fatto bene alternare le due protagoniste: Mercedes "Nightshade" Contreras, che rivedrete tra pochi mesi nell'attesissimo romanzo sull'Ucraina (e non solo) ha imparato negli anni a controllare il suo spirito ribelle, mentre Rosa "Sickrose" Kerr conserva la sua assoluta imprevedibilità.
Io stesso sono alla ricerca dell'imprevedibile: avevo in mente da molto tempo un soggetto sulla caccia a un agente fuori controllo e ne avevo preparato il terreno alla fine del romanzo precedente, ma non sapevo nulla su come si sarebbe svolta. Fino a quando non ho... sognato la sottotrama del "gioco di ruolo". Davvero: un sogno molto preciso in cui il mio subconscio mi ha fornito tutti i dettagli che mi occorrevano per inserire nella vicenda una componente del tutto inaspettata.
Poi mi sono dovuto come sempre dedicare alle ricerche di cronaca e storia, una parte impegnativa del lavoro per un romanzo di questo tipo: che tempo faceva quel giorno a Washington DC, cosa si vendeva quella domenica al mercatino di Miami, com'erano le condizioni delle strade del Texas quella settimana, ma anche come si gestivano i traffici di alcolici un secolo fa e come esportano oggi i narcos di Tijuana la loro merce a nord del confine. Fa piacere constatare che l'impegno che ho dedicato a questo romanzo, come a tutto ciò che scrivo, alla fine viene apprezzato dal pubblico.
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