Ci sono vari modi per scrivere una storia di spionaggio. Tutti però - a meno di lavorare su materiale di pura fantasia come molti spy movies degli anni Sessanta sull'onda della versione cinematografica di 007 - richiedono un certo livello di documentazione. Non puoi scrivere una storia sui servizi segreti britannici se confondi l'MI6 (Military Intelligence 6, noto anche come Intelligence Service) con l'M16 (fucile d'assalto Colt Model 16).
Va detto per cominciare che il grado di realismo di una storia di spie viene stabilito in un patto con il lettore. Molte delle vicende di spionaggio nella realtà non prevedono gli inseguimenti, i conflitti a fuoco e le altre scene di azione che siamo abituati ad associare al filone. Il che non esclude che ci siano. Ma i servizi segreti sono più simili a come li descrive John Le Carré rispetto a come li racconta Ian Fleming, anche se entrambi hanno lavorato davvero nel settore. Tuttavia stiamo parlando di fiction. Siamo noi autori a scegliere il dosaggio di avventura, azione, realismo (persino di sesso) che vogliamo inserire nella storia, lasciando il risultato al giudizio personale dei lettori.
Quindi non siamo obbligati né a scrivere di burocrati depressi in uffici tristi, né di superagenti playboy in ambienti glamour, anche se la realtà dimostra che nello spionaggio reale sono rappresentate entrambe le categorie e tutto quello che sta in mezzo.
Si può scegliere un periodo storico, lontano o recente, in cui ambientare la propria vicenda. In tal caso è necessario ricostruire meglio che si può l'ambientazione, con tutte le difficoltà del caso. Non solo perché luoghi, situazioni politiche e tecnologie sono cambiati da allora a oggi. Più i personaggi sono lontani nel tempo, più linguaggio e mentalità saranno diversi dai nostri. Anche in modo spiacevole, se pensiamo di poter ragionare in termini politicamente corretti.
Ma, volendo restare su questioni strettamente spionistiche, se ambienti una storia prima del 1954 o dopo il 1991, gli agenti segreti russi non possono lavorare per il KGB, per il semplice fatto che non esisteva.
Esempi significativi di romanzo di ambientazione "storica" sono La cruna dell'ago di Ken Follett o Il giorno dello sciacallo di Frederick Forsyth, collocati in contesti molto specifici.
Mi metto spesso anch'io in questa situazione. In alcune storie di Nightshade-Dossier Contreras o negli episodi di Dark Duet ho scelto periodi particolari, in alcuni casi con date molto precise, obbligandomi a cercare dettagli su giornali dell'epoca. Siano ringraziate le emeroteche online.
Si può scegliere anche un momento imprecisato, in cui la situazione sia più o meno quella attuale. Questo non ci esime dalla documentazione sul contesto spionistico del luogo in cui la ambientiamo. Quali sono le parti in causa? Chi sono i buoni e i cattivi, pur tenendo conto che la spy story odierna è meno manichea di quella di un tempo? Qual è il macguffin - per usare il termine preferito da Hitchcock - ossia il motivo per cui i personaggi faranno ciò che faranno?
Per quanto mi riguarda, preferisco collocare le vicende del Kverse in luoghi reali, ma ci sono ottime storie di spie ambientate in luoghi del tutto immaginari: paesi mitteleuropei, staterelli africani e repubbliche latinoamericane più o meno fedelmente modellati su nazioni esistenti, ma con nomi e governanti di fantasia. (Nel mondo di Diabolik, dotato di una geografia immaginaria, io stesso ho compiuto un'operazione del genere quando ho messo in gioco i servizi segreti in alcuni miei romanzi con il celebre personaggio, che si svolgevano peraltro in una versione indefinita negli anni Sessanta-Settanta.)
In generale i romanzi di spionaggio si svolgono pressappoco nel periodo in cui sono scritti, senza troppe precisazioni. Ma c'è anche chi li ambienta in un prossimo futuro, dando loro una componente di fantapolitica (mi viene in mente l'ottimo L'alternativa del diavolo, anche questo di Frederick Forsyth). Scelta che non consiglio, salvo intuizioni particolarmente brillanti, perché rischia di datare il romanzo più del dovuto, se l'autore si sbilancia in previsioni sul futuro che rischiano di essere smentite dai fatti.
Oppure si può decidere di collegare la vicenda a una determinata situazione internazionale. In questo modo lavoravano molti autori della scuola francese: cito per esempio Jean Bruce (il padre di OSS117) e soprattutto Gérard De Villiers (il creatore di SAS), che spesso per le sue storie partiva da fatti realmente accaduti o da situazioni di tensione del momento. Anche l'americano Raymond Benson ha fatto spesso questa scelta quando è stato incaricato di proseguire il ciclo di James Bond con una serie di romanzi originali: basti pensare al suo 007-Conto alla rovescia, ambientato durante il passaggio di Hong Kong alla Cina nel 1997, ma scritto poco prima che questo avvenisse.
Per fare di nuovo riferimento al Kverse, nel romanzo di prossima ripubblicazione Medina-Ladykill ho raccontato una vicenda che ricalca punto per punto un fatto di cronaca del 1997, scrivendola a caldo e indicando le date in cui si svolgeva ogni singolo capitolo. Nelle edizioni successive, oltre a un editing più attento, ho inserito qualche capitolo mancante, ma non ho modificato alcun dettaglio della trama già scritta.
In Nightshade-Missione Cuba non specificavo, inizialmente, la data. Pensavo di affidarmi genericamente alla convenzione del "romanzo più o meno ambientato nell'anno di pubblicazione", limitandomi ad accennare agli eventi dell'11 settembre 2001 che avevano da poco spinto la CIA a riaprire la propria "sezione omicidi". Il paradosso è che tale riapertura era il punto di partenza della serie già nel momento in cui l'avevo concepita, nella primavera del 2001, e i fatti di settembre furono introdotti solo quando avevo scritto buona parte del libro, che inaugurò la serie su Segretissimo nel marzo 2002.
Pensavo che avrei continuato allo stesso modo anche nei romanzi successivi, ma quando scrissi Nightshade-Progetto Lovelace decisi di dare una data esatta a ogni evento della storia, sincronizzandolo con fatti reali avvenuti da poco. Da quel momento tutte le avventure di Mercy Contreras ebbero una collocazione temporale piuttosto dettagliata. Tant'è che, nelle edizioni successive, in Missione Cuba è indicato che si svolge nel 2002, anche se non si sa esattamente in quali mesi.
Poiché molto spesso il romanzo seguente aveva inizio dalla fine di quello che lo precedeva, pubblicando un libro della serie all'anno e poi saltando qualche anno, mi trovai a scrivere con uno scarto temporale. Tanto che arrivai solo nel 2012 a Protocollo Hunt ambientato nel 2005. In quella parte della saga avevo inserito spesso episodi di cronaca, avvenuti ovviamente prima.
Da Nightshade-Programma Firebird, finito nel luglio 2013 e pubblicato in dicembre, mi sono riportato al presente. Tanto da essere, come ricordo spesso, il primo a citare l'ISIS in un romanzo, prima ancora che salisse alla ribalta del terrorismo internazionale. Nelle storie successive, edite da Segretissimo nella nuova serie Agente Nightshade, lo scarto tra gli eventi reali a cui facevo riferimento e il momento in cui scrivevo diventò sempre più breve. Mi avvicinavo sempre di più alla metodologia di Gérard De Villiers.
A questo punto mi sono posto da solo una sfida, che ho affrontato nel 2019 con Agente Nightshade-Effetto Brexit, scritto interamente nel momento in cui si svolgeva. Diciamo pure in tempo reale. Sotto certi aspetti, le idee che avevo in mente prima di mettermi al lavoro venivano persino confermate da quanto accadeva nella realtà.
Questa tecnica, ho scoperto, crea una pericolosa assuefazione, tanto che ho ripetuto l'esperienza con Agente Nightshade-Mosaico Iran del 2020. Ormai, oltretutto, mi ero agganciato a una catena di eventi della realtà, che sarebbe culminata con le elezioni americane del 2020. Il che ha determinato la trama per il romanzo successivo, che non vede protagonista Mercy, bensì Rosa Kerr. La storia di Sickrose-Sicaria, in uscita da Segretissimo nel marzo 2021, si svolge tra il febbraio e il dicembre 2020, anche se ho finito di scriverla in novembre, mentre arrivavano i risultati del voto negli USA.
Come ho già detto nel post inaugurale di questo blog, una delle frasi pronunciate da uno dei personaggi (e scritta nell'ottobre 2020) anticipa ciò che poi è avvenuto il 6 gennaio 2021. E che, nella mia versione narrativa, si verifica e ha conseguenze importanti nel romanzo Agente Nightshade. Nucleo Leningrad, in uscita da Segretissimo nel giugno 2021, anche questo scritto pressoché in tempo reale, benché vi si vedano flashback che vanno molto indietro nel tempo.
L'esperienza complessiva è, per quanto curioso ciò possa sembrare, quella di scrivere un romanzo storico in diretta: invece di documentarmi su fatti avvenuti nel passato, lo faccio su quello che sta capitando nel momento in cui lo scrivo.
Un gioco che mette a dura prova, mi rendo conto, la pazienza del direttore di collana, che attende la consegna del romanzo in tempo utile per affrontare tutti i passaggi tecnici che ne precedono l'uscita e la distribuzione in edicola e ebook. Ma che credo permetta ai lettori di vivere l'esperienza di vedere la realtà trasformarsi in un romanzo nell'arco di pochi mesi.
(Immagine: Mary Rossa è Sickrose in una foto di A. C. Cappi)
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