Brasile, modalità Trump

 

Due anni fa, il 6 gennaio, abbiamo visto l'assalto al Campidoglio di Washington DC, quando i seguaci del presidente uscente degli USA da lui stesso istigati - questione tuttora oggetto di un'inchiesta - tentarono di rovesciare il risultato elettorale.
Oggi, 8 gennaio, una settimana dopo l'insediamento a Brasilia del nuovo presidente di sinistra Lula da Silva a seguito della ristretta sconfitta elettorale il 30 ottobre del suo predecessore di destra Bolsonaro, la storia si replica: migliaia di sostenitori di quest'ultimo hanno dato l'assalto al Congresso, al Tribunale Supremo (il cui presidente non è un bolsonarista e ha tutelato la Costituzione nei momenti più oscuri dei quadriennio precedente) e al Palazzo Presidenziale, occupandoli dopo avere sopraffatto le guardie. Il governo locale della capitale brasiliana è del resto in mano di un bolsonarista, che evidentemente non si è preoccupato di prevenire l'attacco.
La richiesta della folla estremista di un intervento militare per realizzare le intenzioni golpiste e abbattere il governo appena eletto democraticamente, finora non è stata raccolta dall'esercito. Lula da Silva - scampato a un attentato il 24 dicembre - non si trova a Brasilia, bensì nello stato di Sao Paulo, da dove decreta l'intervento dell'esercito federale. Mentre Bolsonaro da fine 2022 è in Florida, dove lo ha preceduto il figlio, che si è incontrato con l'ex presidente americano. Com'è noto l'ex rappresentante alla Casa Bianca della destra filorussa nordamericana e il suo emulo brasiliano sono alleati e condividono lo stesso tipo di ideologia, coltivando le simpatie estremiste nei loro confronti.
La trasferta di Bolsonaro in un territorio in cui si sente protetto, oltre che evitargli il tradizionale passaggio di consegne al nuovo presidente, potrebbe essere dovuta al timore di dover rispondere alla giustizia brasiliana di varie questioni, tra cui la gestione della pandemia. L'ex presidente non si è ancora espresso riguardo al tentativo di golpe tuttora in corso nel suo paese, evento senza precedenti nella storia brasiliana. Ma questi sono i nuovi tempi, in cui si ritiene legittimo calpestare la democrazia millantando immaginarie "vittorie rubate".

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