Ladykill: storia di una morte accidentale


Il primo luglio 2021 è stato celebrato il sessantesimo anniversario della nascita della principessa Diana, scomparsa a trentasei anni il 31 agosto 1997 in uno spettacolare incidente d'auto a Parigi. Non me ne ero reso conto quando, preparando il calendario delle mie riedizioni presso Oakmond Publishing, fissai l'uscita del romanzo Ladykill proprio in questi giorni. Dimentico spesso i compleanni e non ero mai stato né un fan né un detrattore della defunta principessa del Galles. Il motivo per cui  il giorno stesso in cui si diffuse la notizia della sua fine mi misi a scrivere un libro che la riguardava è un altro.


A mio modo, sono un complottista e un anticomplottista.
Sono un anticomplottista quando sento raccontare storie che non stanno - come si suol dire - né in cielo né in terra, ma vedo persone che le accettano con un fanatismo acritico, pressoché religioso. Ne abbiamo visto parecchi esempi a partire dal febbraio 2020.
Divento però un complottista quando vedo impiegare con pari fanatismo la negazione di un complotto. Perché ne ho studiato qualcuno, in particolare quello passato alla storia come Strategia della Tensione, e mi insospettisco se noto il ripetersi di certe situazioni: per esempio, la tempestiva identificazione di uno o più capri espiatori, tra i quali qualcuno che non si può difendere perché è morto.
Per intuire che qualcosa non tornava nel caso Lady Diana, sarebbe stato sufficiente notare con quale metodica determinazione siano stata distrutte l'immagine e la reputazione di Henri Paul, l'uomo al volante della Mercedes dell'incidente: dalle sostanze che gli sarebbero state trovate nel sangue, non avrebbe dovuto reggersi in piedi e forse nessuno, vedendolo, gli avrebbe affidato la guida dell'automobile. In seguito, le riprese delle videocamere di sicurezza avrebbero dimostrato invece che Paul, vicecapo della sicurezza dell'Hotel Ritz di Parigi, era sobrio, lucido e professionale mentre scortava Lady Diana Spencer e il suo fidanzato Dodi al Fayed fino alla macchina.
Ma, ciliegina sulla torta, quando avvenne la tragedia, erano due settimane che mi chiedevo cosa intendesse dire un articolo su El Pais, in cui si accennava a una "catastrofe riparatrice" che avrebbe posto fine entro l'estate all'imbarazzo creato da Lady Diana. Soprattutto perché in quei giorni lo stesso reporter aveva pubblicato un'inchiesta su elementi deviati dei servizi segreti britannici, sulla base delle informazioni di un insider. Qualcuno sapeva dell'incidente prima ancora che avvenisse?
Be', forse sono io che ho troppa fantasia e ho dato un'interpretazione forzata a quell'articolo. Facciamo finta che non sia mai stato pubblicato.


Nondimeno, chiunque abbia letto con attenzione almeno un giallo di Agatha Christie sa che, quando muore una persona che ha parecchi nemici, esiste una forte probabilità che la sua fine non sia casuale. Lady Diana aveva innervosito i fabbricanti di mone antiuomo con la sua campagna per metterle al bando; era considerata un elemento di disturbo politico e solo pochi mesi prima aveva contribuito, insieme a uno scandalo sollevato guarda caso dal padre del suo fidanzato, alla sconfitta elettorale del Partito Conservatore; aveva superato in popolarità la famiglia reale inglese dalla quale era uscita con il divorzio; esisteva il "pericolo" che desse un fratellastro per metà egiziano (e islamico) ai principi William e Harry; e la stessa esistenza in vita della principessa impediva all'erede al trono, il principe Carlo, di risposarsi. Si dice che la stessa regina Elisabetta, saputa la notizia dell'incidente, abbia subito pensato che si trattasse di assassinio.
Insomma, c'erano parecchi moventi, esistevano diversi modi per allestire un falso incidente - ne trovai subito uno - e sussistevano (come sussistono tuttora) aspetti poco convincenti della ricostruzione dei fatti di quella nottata. A questo punto, rifiutare l'ipotesi di complotto era altrettanto avventato quanto crederci ciecamente. Mi misi a scrivere quel libro non perché la morte di Lady Diana mi avesse sconvolto più della morte di parecchie altre persone, bensì con il preciso intento di scuotere certezze immotivate.
Per la prima versione del romanzo, pubblicata due mesi dopo i fatti di Parigi, scelsi il titolo Morte accidentale di una lady, che richiamava quello della celebre pièce Morte accidentale di un anarchico, al cui autore Dario Fo fu assegnato il Nobel proprio quell'autunno. Era un romanzo che generava curiosità e al tempo stesso risultava scomodo perché - pur essendo un'opera di fiction, con protagonista il mio personaggio di Carlo Medina già apparso nei racconti poi raccolti in Milano da morire - affrontava l'ipotesi di complotto in modo molto razionale. La redazione dei programmi televisivi di Corrado Augias lo adottò come libro di testo sull'argomento.
Non avevo scritto un instant book, infatti questo romanzo ha avuto vita lunga: nel 2005 ne pubblicai una nuova versione estesa, senza modificare le parti relative al 'complotto', ma inserendo alcune scene mancanti e ulteriori collegamenti alla mia saga di Medina e Nightshade. Impiegai lo stesso titolo della prima edizione, con il quale il romanzo fu proposto anche in una collana noir allegata alla rivista Tonic. Nell'estate 2007 la stessa versione apparve in edicola nella collana Segretissimo presenta con il titolo scelto da Alan D. Altieri: Ladykill - Morte accidentale di una lady. Lo stesso anno ne portai in scena un adattamento teatrale come Morte accidentale di una lady. La versione estesa riapparve nel 2014 allegata al settimanale Stop (stavolta con il titolo Complotto) e nel 2017 in libreria come Ladykill - Morte accidentale di una lady.
Ora torna da Oakmond Publishing come Medina - Ladykill, accompagnata da una mia introduzione e da un dossier aggiornato sulla vicenda, dalla provocatoria prefazione scritta da Andrea G. Pinketts per l'edizione 1997 e, per la prima volta, dal testo dell'adattamento teatrale. Questo è il primo romanzo in cui io abbia affrontato una situazione reale dandone una mia interpretazione e posso dire che, a tutt'oggi, le mie ipotesi non sono state ancora smentite in modo convincente. Continua a essere solo un romanzo, ma potrei non essere andato lontano dalla verità.

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